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Carlo Mattioli Pittore
Palazzo Smeraldi è stato l’ultimo atelier di Carlo Mattioli. Le sue grandi sale hanno visto nascere i suoi cicli pittorici più celebri e sono state visitate dai più grandi intellettuali del Novecento.
Per informazioni, prenotazioni o per avere notizie dell’attività svolta chiamare allo 0521 231076 – 0521 230366 dal Lun. al Ven. dalle 10.00 alle 12.30, o inviare una mail a info@carlomattioli.it.
Si effettuano solo visite guidate: fino a 10 persone euro 50, fino a 15 persone euro 75, fino a 25 persone euro 100. La prenotazione può essere effettuata per telefono o via mail.
L’Archivio Carlo Mattioli iuntende promuove la conoscenza e lo studio della figura di Carlo Mattioli presso gli studenti di ogni ordine e grado. Svolge visite didattiche su richiesta.
Gli spazi dello Studio Museo sono anche usufruibili per ospitare eventi previo accordi con l’Archivio Carlo Mattioli.
Il Museo ospiterà nelle proprie sale mostre ed eventi temporanei che guardino complessivamente alla cultura del Novecento, artistica, letteraria e musicale.
Mattioli mi guida nell’appartamento che gli fa da studio a Parma, stanze fresche, soffitti alti…uno studio che pare sul punto di mutarsi in pinacoteca tanti sono i dipinti recenti…
Per richiedere le nostre pubblicazioni o gli articoli presenti nella sezione Book Shoop compilate il modulo d’ordine e inviatele via fax al n 0521 231076 o alla mail info@carlomattioli.it.
L’Archivio Carlo Mattioli nato nel 1996 per volontà degli eredi del Maestro, ha ricevuto dagli stessi mandato a sovrintendere, in via esclusiva, all’opera dell’Artista. Compito dell’Archivio è dunque provvedere alla salvaguardia, conservazione e gestione delle opere del Maestro, all’ attestazione, sempre in via esclusiva, dell’autenticità delle stesse, nonché alla promozione dell’immagine dell’Artista attraverso attività scientifiche quali l’organizzazione di mostre ed esposizioni, convegni, pubblicazione di monografie e cataloghi ecc.
L’archivio Mattioli informa che per ottenere la certificazione e un regolare inserimento sul Catalogo si invitano i possessori delle opere a compilare la modulistica necessaria.
Catalogo ragionato delle pubblicazioni dell’Archivio Carlo Mattioli.
L’Archivio informa che la pubblicazione della prima sezione del Catalogo Generale, quella riguardante i dipinti (su tela e tavola) è prevista entro l’anno 2016. Si invitano pertanto i Signori Collezionisti ad inviare entro e non oltre il 30/06/2015 tutta la documentazione. Nel caso tale documentazione dovesse arrivare oltre il termine stabilito le opere verranno regolarmente archiviate ma non pubblicate.
Carlo Mattioli nasce l’8 maggio 1911 a Modena in via Canalchiaro, una strada accanto al duomo romanico. Il padre Antonio, dalla mano leggera e felice, dopo esordi pittorici assai promettenti, lascia sempre meno tempo al disegno per vivere in prima linea e con il fervore di un purissimo neofita l’affermarsi degli ideali socialisti. La nuova cattedra di Antonio a Casalmaggiore costringe la famiglia a trasferirsi a Parma dove Carlo può seguire regolari studi all’Istituto di Belle Arti.
Dalla fine degli anni trenta Lina, sposata nel ’37, è l’assoluta protagonista dei suoi dipinti; sono i primi ritratti e i primi nudi. Si apre allora, negli anni quaranta, la stagione della grafica che avrà poi altre straordinarie parentesi come quella delle numerose illustrazioni degli anni Sessanta, testimonianza del suo interesse mai sopito e della sua profonda conoscenza della letteratura europea.
Del 1943 è la prima personale alla Galleria del Fiore di Firenze. Gli olii dei Nudi, dopo le prime prove durante la guerra hanno subito una radicale rivisitazione tra il 1960-62. Seguono immediatamente dal 1965 le nature morte ocra, nere, brune e grigie, dense, grumose e lievitanti, i cestini del Caravaggio e le vedute di Parma e del duomo dalla finestra dello studio che era proprio accanto alla cattedrale dove Carlo si era accasato giovanissimo sempre attratto dalla fabbrica romanica e dalla sua atmosfera.
Il 1969-70 è il biennio dei notturni su cui scriverà memorabili pagine Roberto Tassi. Negli anni Settanta poi, dopo la ripresa di vecchi temi si apre l’era dei paesaggi che coprirà anche il decennio successivo. Sono forme di frequentazione e consuetudine antiche viste, meditate infine disseppellite dopo molto tempo in un’esplosione di colori per lui inediti: le spiagge, i campi di papaveri e di lavanda, le ginestre, le aigues mortes, gli alberi, la Versilia, le colline di Castrignano, le foreste di Birnam, i boschi.
Dal 1974 al 1985 nascono i ritratti della nipotina Anna con i nuovi colori dei paesaggi; ma non sono che gli ultimi di una lunga serie che risale a quelli di Lina, a quelli più tardi della figlia Marcella, a quelli degli amici scrittori, poeti, pittori e giornalisti. Nel 1983 muore Lina. Nello stesso anno avviene la grande donazione all’Università di Parma.
Nel 1982 vengono creati i muri e le travi del ciclo per una crocefissione, tenebrosa lancinante preparazione per i grandi Crocifissi ora collocati in S. Maria del Rosario e in San Giovanni Evangelista a Parma e in San Miniato al Monte di Firenze. Negli anni ottanta vengono allestite grandi mostre antologiche e monografiche: al Palazzo reale di Milano nel 1984, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a Palazzo Te a Mantova, al Musée Rimbaud di Charleville Meziéres nel 1986 e in altre prestigiosissime sedi in Italia e all’estero fino alle ultime dello CSAC di Parma, della Fondazione Magnani Rocca, del Museo della Cattedrale di Barcellona, del Lussemburgo nel 1998 e del Palazzo della Pilotta di Parma nel 2004.
Nel 1993 esegue gli ultimi quadri a olio. Una nuova pagina. Sono calanchi bianchi, come fantasmi di pietra con lunghe e stecchite radici di tronchi spossati avvinghiate alla terra. Poi l’ultima serie di tempere su antiche copertine di libri. Muore a Parma il 12 luglio del 1994.
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